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giovedì 15 maggio 2014

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Carta per il Superamento delle Logiche Manicomiali.
Un contributo per la chiusura degli OPG



Facendo seguito alla decisione stabilita in data 12 maggio 2014 di rinviare a data da definire la discussione e l’approvazione alla Camera del Decreto legge 52/2014 sul superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari,



SENZA CHE TUTTAVIA SIANO SUPERATE PIENAMENTE LE LOGICHE MANICOMIALI,



i sottoscritti firmatari di questa mozione ritengono che ci si debba occupare SUBITO delle persone recluse negli OPG per le quali, a quasi 4 anni dall'inchiesta della Commissione Marino,  nonostante le pressioni del Comitato StopOpg, non sono state ancora individuate soluzioni che garantiscano a tutte di poter essere prese in carico, trattate e seguite negli ambienti più appropriati con l’obiettivo ultimo di una loro reale inclusione sociale.



Il nostro Gruppo di Lavoro intende proporre poche ma importanti soluzioni, alcune delle quali possono essere subito adottate, mentre altre possono essere definite di medio-lungo termine.

Riteniamo come prioritario l’accettazione di un nostro emendamento proposto al Ministro della Salute, On. Beatrice Lorenzin, per differenziare i percorsi delle persone con “infermità mentale”. Pertanto le persone che, non essendo imputabili per legge non possono andare in  carcere, non dovranno mai più andare in un CONTENITORE UNICO e indistinto (come l'attuale OPG, e come lo erano i manicomi), ma non dovranno nemmeno andare TUTTI nei Servizi di Salute Mentale, senza che vi sia stata una valutazione finalizzata a comprendere bene la natura delle problematiche specifiche alla base del giudizio di "Infermità Mentale”.



Riteniamo infatti che, a partire dalla PERIZIA e da una VALUTAZIONE  MULTI-PROFESSIONALE che accerti la non imputabilità di soggetti autori  di reato  (in quanto incapaci di intendere e di volere) si debbano individuare   PERCORSI DIFFERENZIATI A SECONDA DEL TIPO DI PROBLEMA, al fine di garantire le cure e i processi riabilitativi più adeguati ai problemi specifici dei pazienti, ASSICURANDO LORO GLI STESSI DIRITTI A CURE DI QUALITÀ RISERVATI A TUTTI GLI ALTRI PAZIENTI.



Proponiamo quindi quanto segue:

1) LE PERSONE CON DISTURBI MENTALI  dovranno essere accuratamente valutati dai Servizi di Salute Mentale per decidere il migliore percorso di cura che potrà - SULLA BASE DELLE PROBLEMATICHE SPECIFICHE - essere caratterizzato dai diversi livelli d'intensità assistenziale, da quello territoriale a quello residenziale! Il criterio di fondo per l'invio al Dipartimento di Salute Mentale deve essere l’individuazione di un percorso terapeutico-assistenziale-riabilitativo finalizzato al miglior funzionamento possibile nelle strutture previste per i Disturbi Mentali.

2) Le PERSONE CON DEMENZA O ALTRI PROBLEMI NEUROLOGICI IRREVERSIBILI, PSICOORGANICI, O RITARDO MENTALE dovranno avere la garanza di interventi appropriati in specifiche strutture assistenziali non ricomprese nelle strutture del Dipartimento di Salute Mentale.

3) Le persone con PROBLEMI ALCOL-CORRELATI E CON PROBLEMI DI DIPENDENZA DA SOSTANZE devono avere la garanzia di essere inviate nei servizi preposti più competenti nella cura delle dipendenze.

4) Le persone che hanno una CONDOTTA ANTISOCIALE, se ritenute non imputabili ex art. 88 del Codice Penale, potranno essere inviate in appropriati percorsi correzionali specifici o essere soggetti a prescrizioni a cura dell'Autorità Giudiziaria. Per queste persone i precedenti percorsi non sarebbero di fatto appropriati, né terapeutici.



Desideriamo che nel nostro Paese il giusto intento umanitario di sottrarre al carcere le persone che commettono delitti, ma non sono imputabili in quanto incapaci di intendere e di volere, non venga contraddetto dall'invio di queste persone in ambienti, dove sarebbero costretti a convivere pazienti con disturbi psichiatrici, demenza, ritardo mentale, intossicazione da droghe, insieme a soggetti con condotta antisociale e così' via, IL CHE FINIREBBE CON IL FAR PREVALERE LOGHICHE DI TIPO MANICOMIALE, FORTUNATAMENTE DEBELLATE CON LA LEGGE 180  BEN 36 ANNI FA.



RITENIAMO INDISPENSABILE CHE VENGA GARANTITO ALLE PERSONE CHE, INCAPACI DI INTENDERE E VOLERE, COMMETTONO UN REATO PER IL QUALE NON SONO IMPUTABILI, UN TRATTAMENTO INDIVIDUALIZZATO CHE SIA IL MIGLIORE POSSIBILE IN RELAZIONE ALLE LORO SPECIFICHE PROBLEMATICITÀ, E SVOLTO DAI  PROFESSIONISTI MAGGIORMENTE COMPETENTI PER ESSE. 



Per questi motivi, occorre, pertanto, abbandonare definitivamente anche la soluzione proposta nel provvedimento rinviato, che individuava, in pratica,  l'invio di tutti i soggetti autori di reato non imputabili, ai Servizi di Salute Mentale, laddove è NECESSARIO CHE OGNI SOGGETTO RICEVA IL MIGLIOR TRATTAMENTO POSSIBILE NEGLI AMBIENTI PIU’ OPPORTUNI.



E’ tempo di aprire un sereno confronto con tutte le parti interessate (operatori della salute mentale, utenti, utenti esperti, familiari, società scientifiche, ecc.) per delineare il miglior percorso possibile per persone che hanno diritto alla speranza di una vita migliore.